Il segreto dello Zen consiste nel sedersi, semplicemente, senza scopo né spirito di profitto, in una postura molto precisa e di grande concentrazione.

Questo fondamento disinteressato è chiamato Zazen: za significa "sedersi" e Zen significa "meditazione", "concentrazione". L'insegnamento della postura, che è trasmissione dell'essenza dello Zen, ha luogo in un Dōjō o Zendō (luogo della pratica della Via). Esso è impartito da un esperto, iniziato tradizionalmente, nella linea dei Patriarchi e dei Buddha, da monaci e Bodhisattva, persone che hanno ricevuto gli ordini religiosi o laici, secondo la tradizione Zen Sōtō.

La pratica dello Zazen è di grande efficacia per la salute del corpo e della mente, che conduce verso la loro condizione normale. Lo Zen non può essere racchiuso in un concetto, né reso attraverso il pensiero, chiede di essere praticato; è essenzialmente, un'esperienza. L'intelligenza non è sottovalutata, soltanto si ricerca una più alta dimensione della coscienza non stagnante su una visione unilaterale o dualistica degli esseri e delle cose. Il soggetto è nell'oggetto, e il soggetto contiente l'oggetto. Si tratta di realizzare, attraverso la pratica, il superamento di tutte le contraddizioni, di tutte le forme di pensiero. Vi è la realtà soggettiva, che ci propone la mente, dopo che la vista, l'udito, il tatto, l'olfatto, il gusto hanno percepito degli stimoli, che inviano alla mente, che li elabora. Così è la realtà virtuale dei ricordi e dei progetti futuri. C'è la realtà oggettiva e obiettiva, quella vera, del momento presente, non filtrata dai sei sensi (nello Zen la mente è il sesto senso, che elabora gli altri cinque).

Zazen porta ogni cellula del corpo-mente nella realtà.